In questi giorni, dopo l’annuncio e l’avvio della terza rivoluzione dei rifiuti avviata sul territorio comunale dal sindaco Patrizio Cinque nell’arco di 2 anni, ci siamo recati presso le isole ecologiche della città per verificare gli effetti della nuova formula lanciata dall’amministrazione comunale che prevede l’eliminazione dei cassonetti della spazzatura dalla città e il relativo conferimento dell’umido e dei rifiuti differenziati presso le cosiddette isole ecologiche.
Una settimana fa veniva annunciata con un comunicato istituzionale la creazione di 9 postazioni su cui sarebbe stato possibile conferire i rifiuti, nell’ordine
2 postazioni in via Mattarella,
1 zona stadio,
1 via Paolo Borsellino,
1 piazza doglio,
1 a ridosso della circonvallazione altezza ex magazzino Icre,
1 corso Baldassare Scaduto (zona case popolari),
1 all’autoparco comunale,
1 nella frazione marinara di Aspra via Concordia Mediterranea.
Attualmente le postazioni esistenti, a distanza di 7 giorni, sono ancora soltanto 3: zona stadio, Aspra/via C.Mediterranea, e via Paolo Borsellino.
Secondo l’ordinanza sindacale su queste tre postazioni dovrebbero convergere tonnellate di rifiuti da ogni parte della città, viceversa per il cittadino sarebbero previste pesanti sanzioni.
Per fortuna, aggiungiamo noi, i cassonetti sono ancora dislocati in diversi punti della città, viceversa ci troveremo davanti a 3 vere e proprie bombe ecologiche, piuttosto che isole ecologiche.
In una di queste isole ecologiche esistenti si è soffermata la nostra attenzione, per verificare pregi e difetti di questa ennesima ordinanza sindacale. Ci siamo concentrati sulla postazione dello Stadio/zona Caravella.
Quello che salta agli occhi è sicuramente l’ammasso disordinato di rifiuti differenziati di ogni genere, a cui però da alcuni giorni si uniscono i rifiuti organici, il cosiddetto umido. Qua interviene l’olfatto per segnalarci che di ecologico queste postazioni non hanno proprio nulla: il fetore è abominevole.
Troviamo all’interno della postazione un operatore costretto, suo malgrado, a respirare le esalazioni di centinaia di sacchetti di spazzatura (umido) per almeno 6 ore al giorno. A disposizione dell’operatore c’è anche un magazzino che è anch’esso postazione di lavoro. Riusciamo a scattare delle fotografie e quello che vediamo è ancora più degradante di quanto vediamo all’esterno. Un tetto con intonaco pericolante, un grosso contenitore che in apparenza sembra eternit e ciò che rimane di un bagno che oggi bagno non è.
Condizioni disumane per i lavoratori, che se costretti ad un bisogno fisiologico si devono anche spostare altrove.
bagno
tetto
contenitore apparentemente in eternit
postazione interna di lavoro
Ma la differenziata è anche porta a porta. Il servizio è partito ufficialmente ieri in una vasta area del centro storico, ma sono già numerose le segnalazioni di cittadini a cui la spazzatura non è stata ritirata.
Ci si chiede: dove viene conferito l’umido dall’amministrazione comunale una volta raccolto?
Quali sono i consorzi dove viene depositata la plastica, il vetro, il cartone e l’alluminio?
I cittadini hanno bisogno di “toccare con mano” quanto viene promesso a parole!
Una fase di rodaggio è sicuramente consentita, ma l’ennesimo fallimento sicuramente no. I cittadini chiedono azioni amministrative credibili, perchè di rivoluzioni ne sono già passate 3 e nessuna soddisfacente…
I bagheresi sembrano essere pronti a collaborare, ma un ulteriore flop organizzativo potrebbe a questo punto risultare fatale.