di Viviana Lamesta
Caro Angelo, come è difficile parlare della tua morte
Il nostro ruolo di cronisti ci impone di raccontare quanto accade intorno a noi, ciò di cui siamo testimoni diretti, ma non ti nascondo che oggi le mie dita scorrono sulla tastiera e tornano indietro più volte, perché trovare le parole giuste quando sei direttamente coinvolto dagli eventi è veramente dura.
Eppure ero consapevole sin da questa mattina che questo giorno avrei dovuto raccontarlo in qualche modo, quando prendevo parte al saluto solenne, ai tuoi funerali. Più che un collega per me eri un amico, una di quelle persone che hanno incrociato la mia vita per volontà del destino; cordialità e gentilezza ti distinguevano, doti che non hai mancato di mostrare a chi ti conosceva e per questo ti apprezzava.
La tua bara mi passava davanti oggi e io non ho avuto il coraggio di sfiorarla; difficile per me pensarti chiuso in quelle pareti di legno. Ho preferito così immaginare la tua anima leggiadra volteggiare fra amici e parenti, tanti, che hanno voluto partecipare ai tuoi funerali. Non ti nascondo che le lacrime rigavano il mio viso, mentre scattavo le foto che oggi avrei mostrato ai nostri lettori, ai tuoi lettori, che in centinaia hanno voluto lasciare un messaggio di affetto e un ricordo per te, per il tuo modo di raccontare gli eventi, per la passione e la professionalità che mettevi nelle cose che facevi.
La tua memoria storica legata agli avvenimenti di questa città è incomparabile, per questo resterai unico.
“Eri un uomo giusto – così oggi Padre Francesco Stabile ha voluto ricordarti nel corso dell’omelia; un uomo giusto in cerca di giustizia, sempre alla ricerca della verità. Un uomo impegnato nella società prima da politico come ex consigliere e segretario del PCI, poi da giornalista, che ha indubbiamente lasciato un segno nella comunità bagherese. Un uomo dalla forte valenza religiosa, è stato ricordato; facevi il chierichetto da giovane nella chiesa del Santo Sepolcro, un’educazione cattolica e un credo che non ti ha abbandonato fino all’ultimo giorno della tua vita”.
La ricerca della verità nel segno della Resurrezione accompagnava la tua vita, ancor di più nel periodo della malattia quando forse tu, più consapevole di altri, sapevi che poco a poco avrebbe logorato il tuo corpo fino allo sfinimento. Un maledetto tumore, che tu hai combattuto con dignità e compostezza, ti ha portato via da noi ma il tuo ricordo è vivo e indelebile nelle persone che ti hanno apprezzato e conosciuto.
E’ stato un piacere conoscerti nel cammino della vita terrena. Oggi per te è l’inizio di una nuova vita. Niente muore, l’anima è eterna.
Ti abbraccio ovunque tu sia