Tra poche settimane gli agrumeti di Sicilia e di Calabria cominceranno a tingersi di giallo e arancione. La nuova campagna agrumicola rischia però di dover fare i conti con una fase negativa di mercato che sta diventando purtroppo strutturale e caratterizzata da decisioni comunitarie che stanno penalizzando ancora di più le nostre produzioni.
Sono circa 130 mila gli ettari di agrumeti in Italia, in prevalenza in Sicilia e Calabria ed è un patrimonio da difendere e rilanciare perché ha grandi potenzialità: arance, limoni, mandarini, mandaranci italiani sono prodotti di altissima qualità, controllatissimi dal punto di vista fitosanitario e che si prestano anche a trasformazioni industriali che non si limitano a succhi e marmellate, perché grazie a tecnologie innovative si può arrivare a sfruttarne in maniera virtuosa anche gli scarti.
È perciò necessaria una strategia complessiva di salvaguardia, tutela e valorizzazione dell’agrumicoltura italiana e di tutta la sua filiera: produzione, commercializzazione, trasformazione.
Il Ddl per la salvaguardia delle colture di agrumi elaborato dai senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino (Sinistra italiana-Altra Europa con Tsipras) mira a salvaguardare e valorizzare l’intero comparto, così da consentire una giusta remunerazione a produttori e lavoratori, tutelare e promuovere sui mercati italiani ed esteri la qualità dei nostri agrumi.
Il testo sarà presentato alla stampa il 28 settembre 2016, alle ore 12, presso la Sala Nassirya del Senato. Alla conferenza stampa parteciperanno anche Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Gerardo Diana, responsabile nazionale agrumi di Confagricoltura e Giosué Catania, vice presidente CIA Catania.
Nei giorni scorsi, infatti, il Distretto Agrumi di Sicilia ha convocato un tavolo tecnico con le associazioni di categoria, a cui hanno partecipato CIA e Confagricoltura, per esaminare il testo del Ddl che i senatori hanno voluto sottoporre agli operatori del settore.
“Questo disegno di legge prevede la definizione di un Piano di settore per l’agrumicultura, dotato di idonei finanziamenti per il prossimo triennio”, spiegano isenatori Campanella e Bocchino, “per diffondere le buone pratiche colturali e l’innovazione tecnologica, rafforzare le politiche di filiera e l’integrazione con il comparto industriale, migliorare la tracciabilità del prodotto e incrementarne il consumo a cominciare dalle scuole”.
“Il Ddl è senz’altro un buon inizio, anche se a nostro avviso non basta. In occasione della conferenza stampa presenteremo le nostre proposte per migliorare il disegno di legge durante il suo iter parlamentare”, annunciano Federica Argentati (Distretto Agrumi di Sicilia), Pippo Di Silvestro (CIA Sicilia) e Gerardo Diana (Confagricoltura).
«Ripetiamo da tempo che c’è assoluta necessità di un Piano di Settore nazionale forte e ben delineato negli interventi e nelle risorse finanziarie ed è quanto mai opportuno un intervento legislativo che detti tempi e modalità per la sua realizzazione», aggiunge Federica Argentati.
“Come rappresentanti degli agrumicoltori siciliani siamo a disposizione per seguire costantemente – al fianco delle forze politiche di ogni schieramento – i lavori per l’approvazione e l’attuazione di provvedimenti utili alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’agrumicoltura”, ribadiscono Gerardo Diana e Pippo Di Silvestro.
“Come ogni provvedimento, anche questo avrà successo se sapremo scegliere misure davvero indirizzate ai nostri prodotti, ai nostri produttori e a tutta la filiera, con adeguate risorse finanziarie, procedure semplici e accessibili, interventi idonei a promuovere e tutelare in maniera più efficace la nostra produzione del fresco e del trasformato sui mercati nazionali e internazionali”.
Partecipano alla conferenza stampa
– Sen. Fabrizio Bocchino
– Sen. Francesco Campanella
– Federica Argentati, Presidente Distretto Agrumi di Sicilia
– Gerardo Diana, responsabile nazionale agrumi di Confagricoltura
– Giosué Catania, vice presidente CIA Catania