E’ Palermo la Capitale italiana della cultura per il 2018. L’annuncio è stato dato oggi dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini. Designata dalla Giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, il capoluogo siciliano ha trionfato sulle altre finaliste in gara: Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo torinese, Trento e l’Unione comuni elimo-ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice). Oltre al titolo, alla città andranno un milione di euro e l’esclusione dal patto di stabilità delle spese per gli investimenti necessari per realizzare i progetti. Il totale degli investimenti previsti, ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, è di 6,5 milioni di euro. «La candidatura – recita la motivazione scritta dalla giuria e letta oggi dal ministro Franceschini – è sostenuta da un progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee».
Ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “sono previsti due tipi di investimento: specifici di circa 6 milioni e mezzo di euro, più altri 70 che avremmo speso comunque», che serviranno per «tanti progetti», tra cui il Festival delle letterature migranti, il coro arcobaleno, la Biennale di arte sacra e quella dell’Arcipelago Mediterraneo. Senza dimenticare Manifesta, «la più grande biennale di arte itinerante che nel 2014 si è tenuta a San Pietroburgo con un milione e 400mila visitatori. Nel 2016 sarà a Zurigo- ha detto Orlando- e nel 2018 si terrà a Palermo, segno di un cammino che ha compiuto la città. Ed è stata scelta Palermo rispetto a Praga e città svedesi per questo nostro messaggio di arte migrante, di contaminazione». E quando qualcuno chiede al sindaco quanti sono i migranti nella sua città, lui risponde: «Io dico nessuno. Perchè chi risiede a Palermo diventa palermitano. Il migrante che arriva a Palermo è un ex migrante». E «la nostra proposta al mondo – continua – è ben precisa: considerare la mobilità umana un diritto inviolabile. Noi siamo per abolire il permesso di soggiorno, che è una nuova schiavitù».