La teologa Selene Zorzi risponde a chi protesta contro una fantomatica “ideologia del gender” spiegando perché non fa bene alla Chiesa e invitando a smettere di costruire prigioni per paura dei propri limiti, nel nome di Dio. Oggi, nel corso di un partecipato incontro presso l’auditorium San Pietro, la scrittrice ha presentato il suo libro ” Il genere di Dio – La Chiesa e la teologia alla prova del Gender”. Partendo dal luogo comune che identifica DIO come figura maschile; la scrittrice spiega perchè Dio non può essere identificato con una identità di genere e come invece la sua immagine vada identificata come una energia affettiva in movimento. Nel saggio sono toccati temi anche come la disuguaglianza di genere, l’omo-affettività, il linguaggio inclusivo, ma analizza soprattutto l’approccio che la Chiesa ha con tematiche attuali che riguardano la differenza di genere.
Questo libro nasce dalla consapevolezza che quando l’Italia un giorno sgomenta svegliandosi ha scoperto che tutti parlavano del Gender, la Chiesa e la teologia si sono ritrovate spesso appiattite o ricondotte a posizioni di gruppi fondamentalisti.
Il bisogno che ha generato queste pagine, seguite a confronti e dibattiti pubblici, è che la chiarezza dogmatica, la spiegazione dei testi biblici, il rendere chiara la dottrina della Chiesa sia un servizio necessario per evitare che l’ignoranza, il non sapere cioè di questioni importanti che attingono all’umano come immagine del divino che è in ognuno, degeneri al punto da proclamare verità ciò che è invece solo confusamente ci viene dato di conoscere.
Le questioni principali degli studi di genere a cui la teologia può offrire un contributo prezioso, sono in questo volume affrontate con un linguaggio semplice perché chiaro, supportato da studi sedimentati nell’autrice che ha il coraggio di sostare quando le risposte indicano il bisogno di una ricerca ancora aperta.