PALERMO, 16 NOV – La corte d’assise d’appello di Palermo nella notte ha inflitto condanne a 25 imputati nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Reset” che nel 2014 ha portato in carcere 31 persone tra boss e gregari di Bagheria e della famiglie di Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia.
Per gli imputati le accuse erano associazione mafiosa, estorsioni e, nel caso di Michele Modica ed Emanuele Cecala, omicidio.
Confermate le condanne inflitte nei loro confronti: il primo era stato condannato all’ergastolo e il secondo a trent’anni per l’uccisione di Antonio Canu freddato il 28 gennaio 2005 a Caccamo.
Il collegio presieduto da Angelo Pellino, a latere Roberto Murgia, ha condannato l’unico imputato (su 25) che in primo grado era stato assolto e ha dichiarato nulla per un difetto formale la condanna di un altro: in sostanza adesso non ci sono assolti. Risarcite le parti civili, tra cui molte vittime del racket del pizzo: l’inchiesta Reset, condotta dai carabinieri in diverse fasi, segno’ infatti un’inversione di tendenza rispetto all’omerta’ e al silenzio di regola tenuti dai commercianti e dagli imprenditori del Palermitano. Molti di loro, convinti e sostenuti dalle associazioni antiracket, hanno ammesso e denunciato i fatti e si sono costituiti nel processo, cosi’ come i familiari di Antonio Canu, ucciso all’eta’ di 33 anni probabilmente per avere in qualche modo coinvolto i Rinella, capimafia del suo paese, Trabia, nell’omicidio del suo amico Filippo Lo Coco, assassinato nel 1998.
Ridotte le condanne a: Salvatore Buglisi a 1 anno (3 anni e 6 mesi), Atanasio Leonforte 8 anni e 5 mesi (10 anni e 6 mesi), Nicolò Lipari 9 anni (10 anni e 6 mesi), Andrea Lombardo 6 anni e 7 mesi (6 anni e 10 mesi), Francesco Pretesti 6 anni e 7 mesi (6 anni e 10 mesi), Francesco Raspanti 4 anni e 8 mesi (6 anni), Paolo Salvatore Ribaudo 8 anni (10 anni), Giovanni Battista Rizzo 7 anni e 6 mesi (8 anni), Francesco Speciale 7 anni e 1 mese (8 anni e 9 mesi).
Rideterminate quelle a Carlo Guttadauro 8 anni e 8 mesi in continuazione (5 anni e 4 mesi), Giuseppe Di Fiore a 14 anni e 8 mesi in continuazione (10 anni e 8 mesi), Giovanni Pietro Flamia a 11 anni e 6 mesi in continuazione (10 anni e 6 mesi), Francesco Pipia 8 anni (assolto), Giorgio Provenzano 11 anni e 6 mesi in continuazione (10 anni e 6 mesi).
Dichiarata nulla la sentenza nei confronti di Vincenzo Maccarrone: gli atti tornano al Gup. Confermata la sentenza per Giovanni Di Salvo 7 anni e 2 mesi, Giovanni La Rosa 6 anni e 10 mesi, Pietro Lo Coco 10 anni e 6 mesi, Fabio Messicati Vitale 3 anni e 6 mesi, Bartolomeo Militello 3 anni e 6 mesi, Carmelo Nasta 3 anni, Giovanni Salvatore Romano 6 anni e 4 mesi, Francesco Terranova 6 anni e 8 mesi.