Le società partecipate sono vere e proprie società di diritto privato, al cui capitale sociale “partecipa” (in varia misura percentuale) l’ente pubblico, costituite per l’esercizio di attività pubblicistiche.
La questione delle società partecipate è sicuramente una delle più dibattute nell’attuale contesto politico nazionale.
Dall’analisi dei dati, resi pubblici sul sito internet http://revisionedellaspesa.gov.it, è sostanzialmente emerso come proprio le società partecipate nascondano le tracce di grandissimi sprechi di denaro pubblico: una sorta di “fabbriche di debiti”, in cui vengono mal gestite le già scarse risorse finanziare del Paese.
Dal rapporto pubblicato sul sito della Spending Review dal commissario Cottarelli, fondato sui dati forniti da oltre 5.200 società partecipate, sono almeno tre gli aspetti più sorprendenti del “pentolone scoperchiato” delle società partecipate:
- il fatto che, in alcuni casi, nemmeno per il Commissario alla Spending Review sia stato possibile comprendere il modo in cui dette società gestiscono le risorse pubbliche, con buona pace del tanto decantato “obbligo di trasparenza”;
- la circostanza che, troppo spesso, le società partecipate rappresentino una specie di “buco nascosto” nel terreno nazionale, in cui il denaro pubblico lo si vede certamente entrare ma non si capisce proprio dove vada a finire: è il caso che il Commissario Cottarelli definisce come quello delle cosiddette “scatole cinesi”, società che esistono, fatturano e spendono soldi ma che non si riesce a far risalire a un ente pubblico, grazie a una serie di partecipazioni di livelli successivi.
- il fatto che, infine, queste società costituiscano talvolta la culla della mala gestio della Res publica, mentre nei dibattiti giornalistici si lanciano i sospetti che le società partecipate costituiscano un “poltronificio” o, in altri termini, un modo per elargire favori e per dare la poltrona ai politici che non riescono a trovare spazio nelle altre sedi istituzionali.
Sul fenomeno delle Società partecipate il 12 febbraio 2014 è stato presentato dal Movimento 5 Stelle in Senato un disegno di legge (Atto n. 1313) per l’ “istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno dei costi degli enti costituiti o partecipati nonché delle società, partecipate o controllate dallo Stato, dalle regioni, dalle province e dai comuni” a prima firma Ornella Bertorotta.
In quella circostanza le Società partecipate venivano definite “carrozzoni pubblici zeppi di dirigenti e amministratori, nominati dai partiti politici e spesso ex politici di turno, i cui costi, stipendi e indennità sono nella quasi totalità dei casi eccessivi rispetto ai servizi erogati”(qui il link https://goo.gl/m3oS23).
Sempre nelle motivazioni che hanno portato alla presentazione del ddl lo stesso M5S evidenziava come “in molti di questi enti, inoltre, si annida il clientelismo, le assunzioni dirette, la corruzione e le truffe ai danni dello Stato. C’è un vero e proprio spreco di denaro pubblico. Dalle vetture aziendali, all’arredo di uffici, al personale di segreteria e ad un numero sproporzionato di dirigenti rispetto alle reali esigenze operative della società”.
In data 28 marzo 2017 con Deliberazione n. 29 del Consiglio Comunale è stata approvata la costituzione di una Società per azioni multiservizi “in house” del Comune di Bagheria.
In quella occasione il Sindaco Patrizio Cinque, nel motivare l’opportunità della nascita della S.p.a., ha evidenziato come la dotazione di “opportune professionalità” e “moderne tecnologie di gestione” avrebbe potuto raggiungere alti livelli di efficacia ed efficienza nell’internalizzazione di alcuni servizi, oltre alla gestione del servizio idrico e del servizio sui rifiuti.
Il 4 maggio 2017, presso lo studio del Notaio dottor Carlo Barabbino, viene formalmente costituita la AMB Multiservizi S.p.a. con un capitale sociale di Euro 139.869,31 a totale carico del Comune di Bagheria (quindi della collettività) in quanto socio unico.
In quell’occasione si è deciso di affidare l’amministrazione e la rappresentanza della Società ad un Consiglio di Amministrazione, composto da 3 membri, Caterina Licatini, Presidente, Simone Monastra, Consigliere e Vice Presidente, Fulvio Di Genova, Consigliere, ed un primo Collegio Sindacale formato da Vincenzo Castronovo, Onofrio Aiello e Roberto Mineo, sindaci effettivi, Antonino Andrea Fricano e Silvana Maria Nobile, sindaci supplenti.
Salta agli occhi la volontà con la quale l’amministrazione di Bagheria ha deciso di affidare la gestione della S.p.a. a figure legate più all’attivismo ed alla militanza con il partito di appartenenza che al profilo “professionale” degli stessi. Il Sindaco Cinque ha preferito anche in questo caso la scelta “amicale” a quella del merito ed i timori che questa modalità venga riproposta anche in sede di eventuali assunzioni sono più che fondati.
In pratica si starebbe replicando un eventuale nuovo “carrozzone dove poter fare annidare clientelismo, assunzioni dirette, corruzione e truffe ai danni dello Stato”.
La notizia che si vorrebbe spostare all’interno della AMB S.p.a. anche il servizio per la gestione delle pratiche di sanatoria edilizia è preoccupante visto che proprio questa amministrazione è stata investita da diverse problematiche anche di natura giudiziaria legate all’abusivismo edilizio.
Le perplessità si fanno ancora maggiori analizzando casi simili relativi alla gestione di tale servizio. A Roma la Gemma S.p.a., la società che gestiva le pratiche di sanatoria edilizia, è riuscita a far comparire 5 mila pratiche di sanatoria evase attraverso procedure false per richiedere oltre 3 milioni di compensi non dovuti al Comune.
Siamo sicuri che in un Comune dove Sindaco, Consiglieri e Giunta risultano incompatibili per la materia trattata, si potrà riuscire a fare gestire il servizio a soggetti terzi dalla comprovata professionalità e moralità?
Che dire dei costi? In un Comune in dissesto come quello di Bagheria, siamo sicuri che l’assunzione di personale con il relativo raddoppio dei costi e delle competenze sia una scelta che vada nella direzione di ottimizzare i servizi e risanare le casse?
Ho molti dubbi sugli effetti positivi che questa società partecipata potrà generare. Anzi, sono preoccupato dell’eventualità che a nascere sia un nuovo mostro mangia soldi che potrebbe assestare un ulteriore e letale colpo al nostro Comune.